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Introduzione

Navigando tra le nostre pagine e aprendo le cartelle, vi troverete di fronte a film che hanno osato sfidare i confini, infrangendo i tabù del loro tempo e suscitando interrogativi che ancora oggi rimangono irrisolti. Non si tratta solo di pellicole, ma di opere che sono state al centro di dibattiti accesi, censurate o addirittura sequestrate. Ogni film qui racchiude un capitolo oscuro della storia
del cinema, tra audacia, controversie politiche e scene che hanno messo alla prova i limiti morali
di un’epoca. Etichettati come pericolosi, scandalosi o irriverenti, questi film sono anche il cuore pulsante di una battaglia per la libertà artistica e per il diritto di esprimere il pensiero senza censura. Ci siamo presi l’incarico di rivelare l’invisibile, di mostrare titoli che sono stati
nascosti e oscurati dalla censura. Il nostro obiettivo è riportare alla luce questi capolavori
per raccontare storie che meritano di essere ascoltate senza filtri.

EPOCHE

Epoca Fascista
24
Il Dopoguerra
31
Il Boom Economico
50
Il Sessantotto
125
Gli anni 80’ e 90’
11
Il Nuovo Millennio
4

CATEGORIE

Religione
27
Sesso
112
Violenza
60
Politica
46

COME FUNZIONA?

Nel sito, puoi navigare tra le cartelle che rappresentano diversi periodi storici della storia
del cinema. Ogni cartella si apre con una breve descrizione del contesto storico di quel periodo,
per fornirti un inquadramento completo. Sotto la spiegazione, troverai del testo censurato, che potrai esplorare ulteriormente passando il mouse sopra di esso: così facendo, la censura svanirà e vedrai
i titoli dei film che sono stati coinvolti in quegli anni oscuri. Accanto a ciascun titolo, troverai simboli che indicano il tipo di censura a cui i film sono stati sottoposti, permettendoti di comprendere meglio le diverse forme di repressione cinematografica in base al periodo storico di riferimento.

Epoca Fascista
1922
1943

Durante l’era fascista (1922-1943), la censura cinematografica divenne un potente strumento di controllo e di propaganda al servizio del regime. Con l’obiettivo di consolidare
il potere
e plasmare l’immaginario collettivo con le pellicole, il governo intervenne
in maniera sempre più stringente sulla produzione e distribuzione dei film.
Un momento cruciale si ebbe nel 1923, quando Benito Mussolini introdusse una legge
che conferiva al Ministero dell’Interno il potere di giudizio dei film da trasmettere.
I criteri di censura si ampliarono significativamente e venne istituito il divieto
di rappresentare contenuti politici contrari al regime
, scene che ritraevano la povertà
o il degrado del Paese, immagini che quindi rappresentassero la disobbedienza all’autorità. Nel 1934 nacque la Direzione Generale per la Cinematografia, che coordinava il controllo
sui film per promuovere i valori fascisti. Opere ritenute critiche, come “Freaks” di Tod Browning, furono vietate o pesantemente censurate. In questo modo, il cinema divenne
non solo un mezzo di intrattenimento, ma anche uno strumento politico per controllare
la narrazione della realtà e sopprimere ogni forma di dissenso.

Politica
Violenza
Sesso
Religione
Il Dopoguerra
1944
1950

Nel periodo del dopoguerra, tra il 1944 e il 1950, la caduta del fascismo non segnò
la fine della censura in Italia; al contrario, il controllo sui contenuti cinematografici rimase estremamente rigido. Nel 1944, il compito di supervisionare i film venne affidato
al Ministero dello Spettacolo, che creò una Commissione di Revisione Cinematografica incaricata di decidere quali opere potessero essere distribuite al pubblico.
Le ragioni delle censure erano strettamente legate al clima dell’epoca. Da un lato,
si voleva salvaguardare il buon costume, intervenendo soprattutto sulle scene considerate troppo audaci o legate alla sfera sessuale. Dall’altro, c’era un’esigenza politica:
si temeva che i film potessero destabilizzare l’equilibrio fragile di un’Italia ancora scossa dal conflitto mondiale. A questo si aggiungeva poi il peso della religione.
La Chiesa Cattolica, seppur indirettamente, esercitava una forte influenza attraverso associazioni come la Democrazia Cristiana e l’Azione Cattolica, contribuendo
a orientare le decisioni censorie.

Politica
Violenza
Sesso
Religione
Il Boom Economico
1951
1967

Il boom economico degli anni ’50 e ’60 segna per il cinema italiano un periodo di grande fermento creativo e trasformazione, grazie a figure come Federico Fellini, Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini, che ridefiniscono il linguaggio cinematografico.
Tuttavia, questi anni sono anche caratterizzati da duri scontri con la censura, che colpisce temi ritenuti troppo audaci per l’epoca. La sessualità è uno dei principali bersagli: scene di nudità e allusioni erotiche suscitano scandalo, come nel caso emblematico de “La Dolce Vita” di Fellini, oggetto di tagli e polemiche. Anche i film con temi politici o religiosi non sono esenti da censura, finendo spesso sotto accusa, come nel caso di “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti, che viene modificato per attenuare le sue critiche alle istituzioni. In questo contesto, il Vaticano interviene direttamente: nel 1952 pubblica l’Index Librorum et Spectaculorum Prohibitorum, un elenco di film che i fedeli devono evitare.
Si crea così una forte tensione tra l’innovazione artistica e i rigidi limiti imposti
da una società tradizionalista.

Politica
Violenza
Sesso
Religione
Il Sessantotto
1968
1980

Nel 1968, le richieste di maggiore libertà di espressione, emerse in un contesto di fermento sociale, si scontrarono con una censura e con dei valori ancora molto rigidi, soprattutto nei confronti di film erotici e politicamente sensibili.
Nel 1962 venne introdotto il visto di censura: un sistema che classificava i film in base all’età, vietando quelli considerati inadatti a minori di 14 o 18 anni.
La censura colpiva principalmente pellicole audaci che trattavano temi sessuali o politici. Tra i film più controversi troviamo “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, sequestrato per oscenità e che portò il regista a processo. Le sue scene esplicite, particolarmente audaci, scatenarono un acceso dibattito sulla libertà artistica e i limiti della rappresentazione cinematografica. Un altro esempio è “Salò” o “Le 120 giornate
di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini, accusato di blasfemia e pornografia per la sua violenza
e il trattamento crudo della sessualità. Il film suscitò indignazione, ma anche riflessioni sul significato e i limiti della libertà di espressione nel cinema.
Questi casi evidenziano il conflitto tra il desiderio di innovare e la volontà di mantenere il controllo su ciò che veniva rappresentato nel cinema, una lotta che segnò profondamente la cultura dell’epoca.

Politica
Violenza
Sesso
Religione
Gli anni 80’ e 90’
1981
1999

Negli anni '80 e '90 in Italia, la censura ha vissuto una fase di transizione significativa. Con l’avvento della televisione privata e il processo di globalizzazione, il controllo
sui contenuti ha visto un progressivo declino, portando a una maggiore esposizione
del pubblico a tematiche fino ad allora considerate controverse.
Una svolta importante si è verificata nel 1984, quando una riforma ha ridisegnato
il panorama della censura
, trasformandola in un sistema di classificazione per fasce di età. Questo approccio meno invasivo ha limitato i tagli e le proibizioni dirette, consentendo agli spettatori di scegliere autonomamente se un film fosse adatto o meno.
Nonostante ciò, il dibattito sulla censura ha continuato a essere alimentato anche
dal ricordo di casi emblematici, come le numerose opere di Totò che, in decenni precedenti, furono sottoposte a tagli o modifiche per ragioni morali o politiche.
Film come "Totò e Carolina" (1955), accusato di offendere le istituzioni, furono censurati per contenuti ritenuti inappropriati, diventando simboli di una lotta tra libertà creativa
e controllo istituzionale.

Politica
Violenza
Sesso
Religione
Il nuovo millennio
2000
2021

Nel 2000, la censura cinematografica in Italia subisce un’evoluzione significativa, concentrandosi maggiormente sulla classificazione dei film piuttosto che sulla loro modifica o proibizione. L’attenzione si sposta dal bloccare le opere alla loro catalogazione in base al contenuto, in modo da indicare a quale pubblico siano destinate.
Nel 2021, con l’entrata in vigore della Legge Franceschini, la censura cinematografica viene definitivamente abolita. Da quel momento, le autorità non hanno più il potere di bloccare
o modificare un film. La responsabilità di applicare le classificazioni per età, come
ad esempio “vietato ai minori di 14 anni”, passa ai produttori. È una Commissione a valutare i contenuti, stabilendo la fascia d’età senza però imporre tagli o censure. In questo modo, la libertà artistica viene rispettata, pur mantenendo una protezione per i più giovani.

Politica
Violenza
Sesso
Religione
About Us

Chi siamo

Siamo un gruppo di ragazzi appassionati di cinema. Abbiamo unito le nostre esperienze
e passioni per dare vita a questo progetto, partendo dal tema dell’invisibile per esplorare
un aspetto fondamentale del cinema: la censura. Nato come parte di un progetto universitario, il nostro lavoro si concentra su come i film siano stati influenzati, modificati e talvolta limitati dalle normative e ideologie dei diversi periodi
che hanno fatto da sfondo nella nostra storia. La nostra passione per il cinema ci ha spinto a riflettere su come la censura abbia plasmato la narrazione e l’immaginario collettivo,
tra ciò che viene mostrato e ciò che viene omesso.

Foto 1

Giulia Amodio

Film preferito:
Forrest Gump

Foto 2

Cesare Donelli

Film preferito:
Goodfellas

Foto 3

Emma Groppelli

Film preferito:
Se mi lasci ti cancello

Foto 4

Marta Merli

Film preferito:
What Women Want

Foto 5

Silvia Sartori

Film preferito:
The devil wears Prada

Foto 6

Camilla Vicario

Film preferito:
Orecchie